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VERBANIA – 09.05.2019 – La pioggia ha cancellato

la processione a lago, la benedizione delle imbarcazioni e i fuochi d’artificio, ma San Vittore ha avuto la sua festa. Ieri la patronale verbanese s’è aperta al mattino con l’affollato –nonostante il maltempo– stand gastronomico dei Pacian da Intra, che hanno servito risott, luganiga e scigull, addolcendo la mattinata con la torta donata dalla Casa del dolce. Alle 18 il foyer del “Maggiore” ha accolto i due benemeriti verbanesi del 2019: Carlo Sada e Carlo Tacchini. Omonimi divisi da sessant’anni tondi di età (84 il primo, 24 il secondo) hanno in comune costanza e impegno. Il primo è una colonna della comunità di Fondotoce e del volontariato. È stato tra i promotori della protezione civile di cui è ancora attivo protagonista. Il secondo è uno sportivo (arruolato nel gruppo sportivo della polizia: le Fiamme Oro) la cui carriera è decollata negli ultimi anni portandolo a essere il primo canoista italiano della specialità canadese a qualificarsi per le Olimpiadi e a lottare ai vertici mondiali di questa specialità. A consegnar loro la benemerenza sono stati, ieri, il presidente del Consiglio comunale Pier Giorgio Varini e il sindaco Silvia Marchionini. Varini ha ricordato che, come accadde l’anno scorso per Arialdo Catenazzi e il medico Luca Giovanella, la scelta dei capigruppo consiliari è caduta su due persone che rappresentano il presente e il futuro di Verbania in un’ideale passaggio di consegne generazionale. Per la città è anche un riconoscimento nel solco della tradizione. La benemerenza è già andata in passato a un volontario della protezione civile (il compianto Dario Sada, cugino di Carlo) e un canoista, il campione olimpico Beniamino Bonomi, che è peraltro il tecnico di Tacchini. Scroscianti applausi e commozione, anche da parte dei diretti protagonisti, hanno accompagnato la premiazione. Sada ha preferito non parlare lasciando all’amico e collega della protezione civile, Tullio Del Colle, il compito di dire due parole. “Mi ha fatto promettere che avrei parlato il giorno in cui se ne sarebbe andato. Ma per fortuna lo faccio oggi” – ha detto quest’ultimo, rimarcando l’umiltà e l’impegno alacre e silenzioso di Sada nei tanti luoghi delle emergenze nei quali ha operato in tanti anni.

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