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VERBANIA – 10.01.2020 – C’è un filo logico-giudiziario

tra Verbania e Treviso, un’inchiesta e un ragionamento che, incentrati su Veneto Banca, hanno portato a conclusioni simili ma non del tutto convergenti. A Treviso è arrivata al capolinea l’inchiesta LINK che chiama in causa l’ex amministratore delegato Vincenzo Consoli e altri cinque manager dell’istituto di credito. A Verbania è già in fase di udienza preliminare il processo a carico di 41 tra manager e impiegati di filiale locali. Ed è qui, nell’interpretazione data al ruolo dei direttori e dei venditori, che divergono le opinioni del magistrato trevigiano Massimo De Bortoli e della verbanese Sveva De Liguoro. Quest’ultima, che è stata la prima in Italia a portare a giudizio chi ha indotto i clienti a investire i loro risparmi (spesso quasi tutti) in azioni rivelatesi nulle di valore, ritenendoli responsabili in concorso. In Veneto, invece, la linea è diversa: esisteva un piano preordinato alla truffa sistematica ma, chi l’aveva ordito, pur essendo responsabile di una vera e propria associazione a delinquere, utilizzava inconsapevolmente la rete di vendita. Quale sarà l’esito, ammesso che si riesca ad arrivare al traguardo di una sentenza prima che i reati finiscano prescritti, lo si saprà solo nei prossimi mesi, quando queste tesi saranno passate al vaglio di magistrati giudicanti, in un’aula di tribunale.

 

 

 

 

 

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