CANTU'- 20-12-2019- Un successone la rappresentazione teatral
e sulla Repubblica dell'Ossola messa in scena a Cantù lo scorso venerdì 29 novembre e che verrà replicata domenica 22 dicembre al teatro San Teodoro di Cantù. Sul palco studenti e docenti dell’Istituto Scolastico “Cardinal Ferrari” di Cantù per lo spettacolo “E poi scoppierà l’incendio” nato da una idea di Simone Montorfano ed Uberto Gandolfi. Ancora una volta quindi è la Lombardia a tenere vivo il ricordo dei valori eterni espressi dalla Giunta di Governo della Repubblica Partigiana dell'Ossola nei 40 giorni di libertà. Valori poi trasportati nella Costituzione Italiana che qui brillarono per la prima volta. Una peculiarità quasi dimenticata, sicuramente trascurata e poco valorizzata in Ossola e nel Paese, la cui fiammella però viene ora rinvigorita con questo spettacolo teatrale.
Sul palco 15 fra alunni, docenti ed ex alunni (di età compresa fra i 15 e i 26 anni), sapientemente diretti da un’équipe di docenti dell’istituto brianzolo: “Questo spettacolo- spiega il docente Simone Montorfano- è nato prendendo spunto dal libro che ho presentato alla Fabbrica nel 2014, intitolato “Ossola Repubblica dimenticata” di Uberto Gandolfi. E' nato il desiderio di non lasciar cadere nell'oblio quest'esperienza storica che di fatto è stata un'esperienza guida per la Costituente. Nel corso degli anni l'idea si è strutturata sino arrivare a questo spettacolo. La cosa bella è stata il coinvolgimento attivo di alunni, ex alunni ed insegnanti che si sono messi a disposizione, accomunandoci tutti nel desiderio di fare qualcosa di significativo, che lasciasse il segno”. “E' stato difficile- spiega Marta Valbuzzi- recepire il materiale storico di scena, abbiamo attinto agli armadi della nonna per gli “abiti del popolo”, per gli abiti militari ci siamo rivolti ad aziende specializzate, per rendere credibile lo spettacolo”. Paolo Novati spiega: “Ci sono scene anche in tedesco, non è stato facile per i ragazzi che le hanno recitate, rendere i pensieri comprensibili a tutti, con queste parole era davvero complesso, rendere la traduzione in italiano senza fare una caricatura, i ragazzi sono stati davvero disponibili restando attenti alle indicazioni”. “Il progetto è iniziato oltre un anno fa - raccontano i docenti Silvia Mauri e Paolo Novati, rispettivamente regista e co-autore dello spettacolo - da un’idea del nostro collega Simone Montorfano, professore di Storia e Filosofia. Il lavoro sul testo era stato molto curato dai colleghi che ci hanno aiutato dal punto di vista storico e di creazione di personaggi. E' stato difficile lavorare con i ragazzi per spiegare a loro come portare un fatto di guerra estremamente remoto per loro, sul palco. I ragazzi si sono impegnati moltissimo, soprattutto emotivamente, non sono mai mancati alle prove, ci hanno seguiti nelle indicazioni”. La speranza è che ora questo spettacolo non si fermi, ma si porti ancora in scena, contribuendo a tramandare moniti ed esempi.


