VERBANIA – 12.12.2019 – Non ha accettato
la remissione della querela del contendente e ha chiesto di essere giudicata, finendo assolta. S’è chiuso senza conseguenze penali il dissidio di condominio che ha tenuto banco in una palazzina del centro storico di Pallanza. Protagonisti un professionista verbanese proprietario di un alloggio sfitto e una donna di 64 anni che vive sulla stessa scala di quel vecchio palazzo. I rapporti tra i due sono sempre stati tesi, oggetto di alcuni contenziosi. Ciò che accadde a inizio 2018, però, andò oltre. Dovendo accedere all’appartamento vuoto e non riuscendovi perché mancava la maniglia e la porta era bloccata, il professionista chiamò il fabbro. Che, riuscendo a entrare tramite una scala da una finestra che risultò aperta, si trovò di fronte a locali allagati e coperti di liquame. I servizi igienici erano intasati e, per questo, chiamò i vigili del fuoco e le forze dell’ordine. Mentre, nel piazzale, il proprietario parlava con i carabinieri, la signora, che s’era affacciata alla finestra, scagliò una secchiata d’acqua che mancò i militari e gli astanti. L’aveva fatto – così spiegò al carabiniere salito per avere spiegazioni – per rabbia e per vecchie ruggini riguardanti la casa. Casa nella quale, secondo il professionista, lei s’era introdotta di nascosto chiudendo il catenaccio della porta blindata dall’interno, forse per intasare la colonna di scarico del wc. Per questo la denunciò e per questo è finita a processo con l’accusa di violazione di domicilio. Già alla prima udienza il padrone di casa ha ritirato la denuncia. Ma la 64enne non l’ha accettata, preferendo al sicuro proscioglimento, il giudizio del magistrato. Il giudice l’ha assolta nonostante il pm avesse chiesto la condanna a quattro mesi.


