VERBANIA – 28.11.2019 – “La posizione della Regione
non è cambiata: è quella del 25 ottobre. Le altre ipotesi sono solo voci”. È un punto fermo rispetto al dibattito e alla girandola di proposte e controproposte levatesi in queste settimane sulla sanità quella che viene da Torino. A dirlo, tramite il portavoce della presidenza, è l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, colui che, insieme al governatore Alberto Cirio, un mese fa aveva presentato al Tecnoparco il piano di riassetto della sanità del Vco. Un piano che, così fu detto allora -anche se atti formali, al momento, non ce ne sono- andava oltre l’ospedale unico proponendo un modello con due ospedali pubblici: quello di riferimento, nuovo della piana ossolana (Domodossola è il sito successivamente scelto dai sindaci dell’Ossola) ridimensionato nei posti letto rispetto a Ornavasso ma completo e con il Dea; e il “Castelli” declassato con un centinaio di posti letto, diversi reparti in meno e senza il Dea.
Da quel momento in poi, proporzionalmente al dibattito politico e territoriale, sono sorte le ipotesi annunciate due sabati fa nel Consiglio comunale aperto di Verbania. Cioè: il mantenimento del Dea di Verbania in deroga alle leggi nazionali per via della specificità montana e il contemporaneo ingresso dei privati (lanciata dal senatore Enrico Montani e dalla Lega); e la creazione di un polo oncologico di eccellenza al “Castelli” (della deputata di Forza Italia Mirella Cristina).
Solo voci, come dicono a Torino, a conferma che sulla questione ci sarà ancora tanto da discutere.


