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CANNOBINA - 14-10-2019 - Nella ricorrenza esatta

del 75° dell’evento, che colpì duramente il movimento partigiano nella fase finale della “Repubblica dell’Ossola”, sabato 12 ottobre è stata ricordata l’uccisione avvenuta nel 1944 del Comandante della divisione “Valtoce” Alfredo Di Dio e del Colonnello Attilio Moneta, che guidava la Guardia Nazionale della zona liberata, durante un agguato, colpiti dal fuoco tedesco di un sottufficiale della 7a compagnia del 15° Reggimento di SS Polizei.

Un particolare questo prima sconosciuto e che, giusto la sera precedente nel corso di una conferenza svoltasi  a Domodossola nell’ambito delle iniziative del 75° della Repubblica Partigiana, è stato svelato dallo studioso svizzero Raphael Rues, all’interno di un più vasto lavoro di indagine storica riguardante le forze tedesche e della RSI che operarono in Ossola dall’armistizio del 1943 alla Liberazione.

La manifestazione – organizzata dal comune di Valle Cannobina, dal Raggruppamento Divisioni Patrioti Alfredo Di Dio, dal Museo Partigiano di Ornavasso, di concerto col comune di Ornavasso e della F.I.V.L. – e si è aperta a Malesco, presso il cimitero, dove è stato deposto un omaggio floreale sulla tomba del col. Moneta, con un breve intervento del sindaco Enrico Barbazza, che ha rimarcato il valore di queste iniziative, rammaricandosi però della scarsa partecipazione dei giovani alle stesse.

Di seguito, al cimitero di Finero sono stati ricordati i partigiani fucilati durante il rastrellamento del giugno 1944, mentre in località Sasso, sul territorio di Cursolo, dove caddero Di Dio e Moneta, dopo la deposizione di una corona, sono intervenuti tra gli altri Alberto Bergamaschi vicesindaco del comune di Valle Cannobina a cui si deve l’organizzazione della manifestazione ed Emanuele Rossi, presidente della Casa Museo Partigiano Alfredo Di Dio di Ornavasso, che ha citando il recentissimo attentato antisemita di Halle in Germania, ha evidenziato la necessità di tenere alta la guardia contro i rigurgiti del nazismo in Europa.

E’ stato poi a Cursolo che si è tenuta la cerimonia di commemorazione, un momento che nelle intenzioni dei promotori è di “ricordo e riconoscenza”, aspetti questi sottolineati nei vari interventi della autorità, in particolare dal rappresentante della F.I.V.L., da Luigi Milani sindaco del Comune di Valle Cannobina, ente di recentissima costituzione sorto dalla fusione dei tre ex Comuni di Cavaglio Spoccia, Cursolo Orasso e Falmenta, e dal vicepresidente della Provincia Porini, ma anche nella lettura da parte di una ragazza di un toccante brano tratto da “Il paese del pane bianco”, riguardante l’esodo della popolazione in Svizzera al termine dei “40 giorni di libertà”.

Presenti alla cerimonia i medaglieri della Repubblica dell’Ossola e della Federazione Italiana Volontari della Libertà, rappresentanze partigiane, della Div. “Valtoce”, delle ANPI locali e della Lombardia, di sindaci o rappresentanti di diversi Comuni del VCO, alcuni Gonfaloni tra cui quello di Busto Arsizio decorato al V.M., i Carabinieri, i Carabinieri Forestali del Parco Nazionale della val Grande e la Guardia di Finanza.

Nella prolusione, tenuta dallo studioso della vicende del periodo Pier Antonio Ragozza, è stato evidenziato il ruolo che hanno avuto, insieme a tutte le altre componenti, i militari nella Resistenza richiamando figure come quelle dei due caduti, la cui azione era rivolta “…  al di fuori e al di sopra della politica e degli interessi di parte, guardando solo al bene comune. Un concetto questo che Alfredo Di Dio aveva fatto proprio, condividendolo come valore concreto insieme a coloro che gli furono al fianco nella lotta di liberazione, testimoniando a Finero insieme al colonnello Attilio Moneta e con il loro estremo sacrificio, che ‘La vita per l’Italia’ non era solo – a parole – il motto della ‘Valtoce’ …”.

A conclusione della cerimonia, svoltasi in una giornata di sole che ha valorizzato lo splendido panorama della Valle Cannobina, Don Pierino Lietta il quale, dopo una riflessione religiosa, ha impartito la benedizione e pregato in suffragio di coloro che persero la vita negli anni della guerra.

 

 

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